Virgo
entra in azione
L'interferometro VIRGO entra in azione e comincia la sua raccolta dati sulle onde
gravitazionali. Qui il servizio sul blog di Moebius, con l'intervista a Federico
Ferrini (direttore dello European Gravitation Observatory)
Le
leggi della Robotica di Asimov
Giulio Sandini (direttore del dipartimento di Robotica, Scienze Cognitive e del
Cervelo dell'IIT) spiega a Moebius, su Radio24, le tre leggi della robotica di
Isaac Asimov
Intelligenza
Artificiale
È nato il nuovo programma della redazione di Moebius e Triwù, condotto
da Federico Pedrocchi: in onda il sabato alle 14 e la domenica alle 18.50, affronteremo
tutte le complesse dinamiche in gioco nella relazione tra uomo e macchina
Si è appena conclusa a Milano la mostra Nel
nome di Mami Wata, sirena del vodu,
in occasione del Festival
del Cinema africano, dAsia e America Latina.
Dietro la figura eclettica e caleidoscopica di Mami
Wata si celano storie affascinanti, leggende, erotismo
e paure. Chi è veramente Mami Wata? Esploriamo
le sale della mostra insieme alle curatrici Alessandra
Brivio e Simona Cella.
La storia
Lungo la costa dellAfrica che si affaccia sul
Golfo di Guinea, tra Togo, Bénin e Ghana, Mami
Wata è considerata un vodu che vive nelle acque
delloceano. E la sirena. Ma
Mami Wata, è nomade e la si può trovare
in molti altri paesi africani, nei Carabi, in Brasile
e anche in Europa. Molte sono le sue identità
e notevole la sua capacità di metamorfosi e adattamento:
regina delle acque, dea della fertilità, avida
accumulatrice di denaro, vanitosa e dispettosa despota
nei confronti dei suoi adepti, sirena, incantatrice
di serpenti, donna e uomo, ammaliatrice, prostituta
e amante gelosa. Mami Wata è moderna,
straniera rispetto ai luoghi che la ospitano, viaggiatrice
ed esotica, promessa di una felicità ineffabile
ma sempre più seducente.
Mami Wata incorpora le ambiguità dellessere
umano e della società contemporanea, promessa
di ricchezza e minaccia di morte. Secondo i suoi adepti,
vive in una bellissima e futuribile città situata
nel fondo del mare, ma accettare il suo invito ad abitare
la città invisibile, significa accettare di abbandonare
la propria vita, la materia della propria esistenza
e venire trascinati per sempre nei neri abissi delloceano.
Firmare un patto con lei può assicurare il successo
e la ricchezza ma il prezzo da pagare può essere
molto elevato.
In ogni contesto locale Mami Wata assume significati
differenti, soprattutto quando si integra nei sistemi
e nelle pratiche religiose. Nella bassa Guinea, la cultura
materiale che circonda il culto di Mami Wata è
ricca e opulenta. Gli altari, gli affreschi, le decorazioni
del corpo, gli abiti e le collane incorporano lauspicata
ricchezza e la necessaria bellezza, propria alla divinità.
Le mamissi (adepte di Mami Wata) periodicamente
portano al mare le loro collane perché, bagnate
nellacqua, possano purificarsi e caricarsi spiritualmente.
Il mare diventa quindi, in queste pratiche rituali,
sorgente di potere rigenerante, di prosperità,
di ricchezza e di benessere. Ma le immagini di morte
che il mare
evoca restano sempre latenti, pronte a riemergere, come
sanno le adepte che, in trance, si buttano nelle onde,
catturate dalla divinità che cerca di trascinarle
con sé in fondo al mare.
Larea culturale di riferimento è quella
dei Guin-Mina del Togo e del Bénin; da lì
provengono gli oggetti di culto e gli ornamenti di decoro
corporale, in particolare le collane che gli adepti
indossano in occasione delle cerimonie. Manifesti del
cinema africano contemporaneo accostati ad un ampio
assembramento di manichini, come in una installazione,
introducono il visitatore allimmaginario vodu.
A corredo del tutto una selezione di film etnografici.
Liniziativa è stata promossa dal Centro
Studi Archeologia Africana di Milano e dal Festival
del Cinema africano, dAsia e America Latina, in
collaborazione con il Museo degli Sguardi - Raccolte
etnografiche di Rimini, con Open Care e con la Nuova
Accademia di Belle Arti.